È una forma di orgoglio positivo quella che accomuna noi cilentani. Basta un gesto, una parola, un ricordo e intavoliamo lunghe chiacchierate anche con chi abbiamo appena conosciuto. Poco importa, perché abbiamo tantissimo da dirci e da condividere. Ed ecco che vengono fuori le conoscenze e i suggerimenti del nonno, l’abilità della nonna e, gira che ti rigira, finisce sempre che con qualche cilentano ti ritrovi anche in qualche modo parente o “compare”.
È proprio questa nostra “cilentanità” che emerge dalle pagine del libro di Biagio Erminigildo Gatto, che con la sua verve ti prende e non ti lascia andare fino all’ultima pagina di questo gioiello edito da L’argoLibro di Agropoli.
Siano componimenti di nuova creazione, siano interpretazione di detti e barzellette già note, fatto sta che CILENTANEIDI – questo il titolo dell’opera – si lascia leggere e rileggere con una piacevolezza senza pari.
Dalla risata immediata, che comunque cela una vera e propria filosofia di vita, alle riflessioni scaturite direttamente dalle esperienze autobiografiche dell’autore, il testo coinvolge anche chi ancora non conosce la nostra cultura e le tradizioni.
La musicalità dei versi, la capacità di creare l’attesa e di regalarci, poi, quello che i greci definivano l’aprosdoketon, il finale a sorpresa, rendono il lavoro più appetibile e affascinante e, come l’autore stesso afferma, adoperando la battuta di una vecchia pubblicità, appaiono come un rimedio “contro il logorio della vita moderna”.
Il linguaggio è chiaro, semplice e lineare e, proprio per questo, facilmente fruibile, anche grazie alla traduzione in italiano a fronte.
La scurrilità di alcune battute non evidenzia volgarità, quanto piuttosto il realismo con cui ogni verso è strutturato. D’altro canto, omettere questo aspetto significherebbe privare il lettore di una componente fondamentale di questo lavoro, cioè l’immediatezza e l’autenticità del dialetto cilentano.
Tanti i temi affrontanti e tutti, ciascuno a suo modo, riflettono la coscienza di una cultura quanto mai attuale e paradigmatica di valori che, apparentemente perduti o assopiti, attendono solo di essere ritrovati e risvegliati.
E, dunque, l’amore, l’amicizia, gli affetti familiari, i ricordi e i rimpianti per il tempo passato e per le esperienze non vissute, non ultime le infedeltà e le debolezze umane, ci spingono, attraverso l’arma sempre potente dell’umorismo e della risata, a riflettere su quello che siamo e ad affrontare i pesi della quotidianità con più leggerezza.
Ci insegnano, altresì, a non giudicare con troppa facilità, perché a parlare , siamo tutti bravi, ma nella realtà dei fatti non è facile essere coerenti.
Eh, si “pecché a tutti piace preà indo la chiesa, ma a nisciuno piace, però, purtà’ la croce”
Trad. “perché a tutti piace pregare in chiesa, ma a nessuno piace, però, portare la croce” ( da Portare la croce, pag.47)
P.S. Chi acquista il libro non potrà fare a meno di leggerlo più volte e di consigliarlo agli amici.
Più fortunato sarà chi potrà ascoltarne la lettura dalla viva voce dell’autore.
Casa editrice:L’ArgoLibro
Genere: Raccolta di poesie, detti, fatti
Pagine: 152
Anno di pubblicazione: 2021
Prezzo: € 12,00
In copertina: Caricatura di Mariana Gonzales – https://www.facebook.com/matria.ceramicaartistica
L’AUTORE
Nato a Stella Cilento il 20 gennaio 1956 ed ivi residente. Diplomato all’ITTIS di Salerno nel 1977 come Perito industriale capotecnico. Attualmente pensionato ferroviere, dopo aver fatto il macchinista dal 1979