Imperturbabile il silenzio
del volto di marmo.
sospeso nell’abisso
del mio limite.
La panchina abbattuta,
coperta di alghe
e l’uomo ridente
sul ciglio della strada.
La pira è già spenta,
ma il fumo sale
e il cielo è oscuro,
muto al tuo nuovo perché.
L’attesa è snervante,
brutale il confronto.
La speranza è crollata:
non resta più niente.
Il libro è aperto:
“Verrà la morte…”
Chissà, però, se avrà i tuoi occhi!
Il libro è aperto, ti guardan tutti,
ma tu,
non vedi altro che statue.
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Tratta da Versi di vita, Montedit Milano, ottobre 2000,
Primo classificato, medaglia d’oro “Premio Natale agropolese , 2000)