Dinanzi allo specchio,
muta una donna
fissa gli istanti
di un debole passato
che tramuta i desideri in vergogna.
Alle spalle il vestito di porpora e amianto,
gettato sul letto disfatto.
È bastato un momento
per scegliere
il vuoto eloquente,
il vuoto che schiude orizzonti
di notti turbate,
che parla, sì parla
e ripete suoni
oltraggiosi.
Il povero gatto
Ti fissa e ti aspetta.
Non sa che non
osi toccarlo
con le mani sporche
di sesso,
con il cuore
che pesa di orrori.
Non l’hai scelta tu
questa vita,
ma alla gente
che importa
se un padre
ti ha venduta bambina.
Sei lì: sulla strada
e chi passa
ti chiama
puttana
Da: Versi di vita, Montedit editore,2000
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